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Benessere, attività fisica e meditazione.
Esiste un modo per evitare lo stress senza sabotare i propri obiettivi?
Chi fa sport o attività fisica ha per definizione un obiettivo da raggiungere. Che sia una vittoria, un tempo migliore o qualche chilo in meno, l’esistenza di un traguardo da tagliare genera comunque stress. Esiste un modo per evitarlo senza sabotare i propri obiettivi?
Il paradosso dello stress.
Nelle palestre, nei luoghi dedicati al fitness o al benessere in generale, incontro persone stressate dallo stesso programma che si sono prefissate.
A mio avviso, si cade in questo paradosso, tutt’altro che raro, quando si è concentrati solo sul raggiungimento misurabile del risultato e si trascura la gioia di sentirsi vivi in un corpo sano e in movimento.
L’atleta o la persona comune, magari semplicemente impegnata a prendersi cura del proprio corpo, permanendo nel paradosso dello stress da obiettivo, rischia di staccarsi dal momento presente, di alienarsi dall’esperienza stessa del puro e semplice piacere del movimento corporeo. Quando un certo risultato sportivo da raggiungere o un particolare canone estetico di riferimento diventano una sorta di pensiero fisso, ecco che la fatica sia fisica che mentale aumenta, situazione che di certo non giova a ciò che si sta facendo e al piacere di farlo.

Foto: Hans Reniers / Unsplash.com
La fatica non è l’ingrediente indispensabile. E nemmeno un buon segno.
Se si fatica a mantenere un certo ritmo o si sente di dover spingere e forzare per completare un esercizio, è bene fermarsi a riflettere. È molto probabile che, inconsapevolmente, si stesse coltivando sofferenza, aggrappati alla speranza di una gratificazione futura. Lo sforzo e la fatica, infatti, nascono dalla distanza tra ciò che siamo e ciò che vorremmo essere. Questo vale in generale nella nostra vita e, non di meno, nello sport, nell’attività fisica e la ricerca del benessere del corpo.
Niente passato, niente futuro. Solo Presente.
Pensare agli obiettivi da conseguire, ci porta nel sogno di un futuro probabile e ci separa dall’esperienza che sta accadendo nel presente. Così, pedalare su una cyclette pensando al ritmo da tenere o ai km da fare in più rispetto alla volta precedente ci nega la consapevolezza stessa del pedalare; muoviamo le gambe, ma la mente è rivolta al tachimetro e al risultato da ottenere. Impedendoci così di riposare in noi stessi e, nel movimento, ci si proietta altrove, in un altro tempo, ricreando quello stesso stato di stress a cui si vorrebbe rimediare con l’attività fisica. Ad esempio, apparentemente non vi è differenza fra andare di fretta e muoversi velocemente, ma in realtà nella prima attività c’è stress, nella seconda no. Quando si ha fretta si vive nella tensione creata dal pensiero, dalla sensazione di non avere tempo abbastanza; quando ci si muove velocemente invece, ci si sente internamente fermi, rilassati, mentre “all’esterno” ci muoviamo con rapidità.

Foto: Geert Pieters / Unsplash.com
Attività fisica e meditazione.
Trasformare l’attività fisica in meditazione è un processo che comincia nel momento in cui la persona sposta la propria attenzione dall’oggetto dei propri pensieri (il risultato) a ciò che accade interiormente (pensieri, sensazioni) momento per momento. Scompare così lo sforzo, svanisce la tensione. Al loro posto un atteggiamento di profondo rispetto, di curiosità per il proprio corpo. Corpo che invece di essere mero strumento per il raggiungimento di uno scopo, una sorta di macchina, diventa oggetto di ascolto attivo nell’istante presente ovvero costante attenzione verso il suo linguaggio speciale fatto di piccoli e grandi segnali, vibrazioni e sensazioni. Assecondare con fiducia l’intelligenza profonda del corpo che non smette di comunicare con noi permette al corpo stesso di affrontare e superare i propri limiti con naturalezza, fluidità e armonia. La consapevolezza di quel che si prova durante un allenamento o un determinato esercizio e la presenza dentro all’esperienza sono fondamentali per il benessere.
Il segreto è nel respiro.
La chiave di tutto è prestare attenzione alla propria respirazione. Respirare avviene sempre e soltanto nel presente; non si può respirare al passato o al futuro. Seguire il respiro ci riporta dunque sempre al qui e ora, dove abbiamo a disposizione il massimo dell’energia e della vitalità.
L’attenzione alla respirazione, quindi, permette di far convergere consapevolezza, movimento e sensazioni del corpo in una sinergia che produce rilassamento e ottimizzazione delle prestazioni.
Seguire l’aria nel suo percorso dall’esterno all’interno, sentirla affluire nei polmoni per poi compiere la strada al contrario, apprezzandone la carezza interiore, già questo è benessere. La differenza tra eseguire un esercizio ginnico ed essere invece realmente in meditazione sta tutta in questo atteggiamento di osservazione distaccata, di concentrazione rilassata, di non giudizio.
Praticare la respirazione consapevole è alla portata di tutti e aiuta a prendere coscienza di sé stessi anche (e soprattutto) fuori dalle palestre o dalle piscine, nella vita di tutti i giorni.

Foto: Olenka Kotyk / Unsplash.com
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