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Trauma, questo perfetto sconosciuto

Il trauma non è per sempre, dal trauma si può uscire.

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Attorno al trauma esistono parecchi equivoci e altrettanti miti. In realtà, alla base di ogni esperienza negativa segnante c’è il medesimo schema e il medesimo effetto.
Il segreto è sapere come funziona e riconoscerne le caratteristiche.

Foto: Pexels.com

Cos’è il trauma?

Solitamente siamo portati ad associare al concetto di trauma eventi particolarmente gravi che vengono vissuti dalla vittima come improvvise e concrete minacce verso la propria sopravvivenza e integrità (incidenti, catastrofi naturali, aggressioni in genere, abusi e violenze).
In realtà, un trauma può scaturire anche in seguito a circostanze meno eclatanti.

Ciò che rende traumatizzante un evento negativo, infatti, è il grado di impotenza che produce nella persona. Questa sensazione o percezione assimilabile a una specie di “congelamento” si imprime nel nostro corpo fisico e nel sistema nervoso facendo sì che il trauma rimanga attivo nel nostro subconscio con caratteristiche e intensità altamente soggettive, indipendenti dalla gravità intrinseca del fatto che ha originato il problema.

Infatti, la morte improvvisa di una persona cara, un intervento chirurgico particolarmente delicato e inevitabile che crea ansia, un’esperienza di rifiuto significativa possono produrre in una persona gli stessi effetti neuro-psicologici generati da uno stupro, un abuso o un attentato terroristico.

Foto: Virginio Sanches / Pexels.com

Lo schema dietro al trauma.

Nel mondo animale, di fronte a un predatore, la preda del caso sentendosi senza via di scampo, può reagire immobilizzandosi all’istante.
Il medesimo processo è osservabile negli esseri umani e può essere inteso come il fondamento del trauma ovvero uno shock improvviso, una minaccia che annichilisce e impedisce di attaccare, difendersi o di fuggire, che paralizza e blocca qualsiasi azione di risposta imprigionando l’energia non scaricata nel corpo.

I traumi ereditati.

Nell’ambito di una Costellazione Familiare emergono spesso esperienze traumatiche irrisolte trasmesse alla persona dai suoi stessi genitori. Esistono quindi esperienze che la persona non ha vissuto direttamente ma delle quali “paga il prezzo” inconsapevolmente, incarnando il ruolo della vittima o del carnefice, della preda o del predatore, in un copione che viene da lontano.
Questa situazione genera in famiglia conflitti e incomprensioni che portano sofferenza e dolore.

Come riconoscere la presenza di un trauma.

La sensazione di non avere via di uscita nella propria esistenza o nelle relazioni, il sentirsi incapaci a scegliere o impotenti rispetto a ciò che ci accade può essere la manifestazione di un trauma, “originale” o ereditato che sia.
Quali sono i segnali fisici ed emotivi, più o meno evidenti, di un trauma che si risveglia?

  • Senso dell’irrealtà: La persona non è presente nella realtà del momento ma è dentro di sé, come fosse in una bolla, senza contatto con l’esterno. I sensi sono orientati verso ciò che accade “all’interno”;
  • Vivere in un mondo immaginario: la persona solitamente con sguardo assente / sognante / lontano dalla realtà;
  • Smarrimento, disorientamento;
  • Catatonia, sguardo perso nel vuoto;
  • Estrema vulnerabilità e confusione;
  • Notevole e immotivata agitazione: la persona fa molte cose contemporaneamente con grande eccitazione sia verbale che motoria;
  • Perdita di controllo;
  • Nausea;
  • Vampate di calore o freddo improvviso;
  • Pallore del viso;
  • Assenza di energia;
  • Parlare al rallentatore;
  • Eccessiva aggressività: la persona passa molto rapidamente da uno stato di quiete a reazioni veementi e aggressive;

Foto: Pixabay.com

I traumi si possono risolvere?

La risoluzione del trauma avviene principalmente a livello fisico.
Prima o poi, il sistema trova il modo per completare i movimenti o le serie di
sequenze psico/biologiche interrotte dal “congelamento”.
Lo farà in modo naturale, scaricando le energie trattenute, come la maggior parte degli animali oppure in modo indotto, con o senza l’aiuto di esperti.
Per indurre lo scioglimento del nodo traumatico, in funzione della tipologia di trauma e del vissuto personale dell’interessato, sono disponibili diverse tecniche e metodi, efficaci singolarmente o in abbinamento tra loro:

  • il Somatic Experiencing (SE) di Peter Levine;
  • il Cranio-sacrale che dispone, tra gli altri, di strumenti efficaci per la risoluzione del trauma pre-natale e natale;
  • L’EFT (Emotional Freedom Technique) che utilizza la pressione delle dita su alcuni punti del corpo;
  • La Rigenerazione-rivitalizzazione della Matrice Cellulare tramite l’utilizzo dell’apparecchio ZMR;
  • il metodo TRE (Trauma Releasing Exercises) che punta a ripristinare l’equilibrio interiore.

In generale, a prescindere dalla tecnica e dal metodo, è fondamentale operare implementando un efficace contenimento delle emozioni che inevitabilmente vengono liberate, assicurandosi che la persona si senta protetta e al sicuro.

La sinergia tra Costellazioni Familiari e i Metodi di risoluzione per tornare a una esistenza serena e armonica.

Forte della mia personale esperienza di professionista posso affermare che dal trauma si può uscire e ci si può riuscire in maniera dolce affrontando la problematica con competenza e padronanza degli strumenti a disposizione.
La sinergia tra Costellazioni Familiari e l’adozione di uno o più metodi citati in precedenza crea il contesto ideale all’interno del quale tracciare il percorso di uscita più fluido, consapevole e rispettoso delle risorse della persona che può così tornare a vivere un’esistenza serena e armonica.

Uscire dal trauma

Foto: Pexels.com

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